Riconoscere l'Altro da Sé è un processo alla cui base sta l'empatia.
Essere empatici significa "mettersi nei panni dell'altro", in modo da riconoscerne emozioni e pensieri, entrare in sintonia col punto di vista dell'altra persona. Si può quindi affermare che sia una competenza emotiva e cognitiva, ma anche un'abilità sociale, in quanto modulatrice nelle relazioni interpersonali. L'empatia nelle sue diverse dimensioni si costruisce quindi in età evolutiva, anche e soprattutto attraverso l'esperienza e la riflessione sul proprio mondo emotivo ed affettivo e quello altrui. L'educazione alle differenze in generale, e alle differenze di genere in particolare, parte da questi presupposti.
Le differenze saranno così vissute come arricchimento e come stimolo di confronto invece che come qualcosa di cui aver paura e rifuggire. Il riconoscimento dell'Altro crea maggior conoscenza e quindi minori saranno i meccanismi di difesa messi in atto (tra cui ci possono essere la fuga, ma anche l'aggressività fino ad arrivare alla violenza vera e propria).
E' quindi fondamentale che il mondo degli educatori e delle educatrici abbia ben presente quali meccanismi psicologici stiano alla base della costruzione dell'empatia, del senso dell'accoglienza e del riconoscimento delle differenze come valore fondante.
Ciò conduce la riflessione anche ad un livello maggiormente culturale, purtroppo ancora molto radicato, su quelli che sono gli stereotipi in generale, e quelli di genere in particolare, sui quali si deve necessariamente portare l'attenzione educativa, proprio per il significato stesso di stereotipo: "Idea preconcetta, non basata sull'esperienza diretta e difficilmente modificabile". Contrastare gli stereotipi, quindi, significa prevenire anche le forme più estreme di violenza.